E’ una patologia dell’adolescenza con frequenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine, con rapporto di 3:1 Insorge con maggior frequenza nei soggetti irsuti, di carnagione scura.
Insorge nella regione della piega interglutea e non ha alcun rapporto con l’ano ed il canale anale, è una lesione del tessuto cutaneo.
Le teorie più accreditate sulla comparsa della cisti sacro-coccigea sono di 2 tipi:
• Teoria Congenita: permanenza nella piega interglutea di un residuo embrionale che potrebbe determinare la formazione della cisti. Ad oggi la meno accreditata.
• Teoria Acquisita: prevede che la malattia derivi da un’infiammazione dei follicoli piliferi della regione sacrale, che a seguito di traumatismi locali, sfregamento e non perfetta igiene personale, possono essere inglobati, determinandone prima la formazione di cisti e successivamente con l’infezione la conseguente fistola.
I Sintomi della malattia sono ingravescenti. All’inizio la cisti sacro coccigea si presenta con un senso di fastidio in regione sacrale localizzata nel solco intergluteo. Con il passare del tempo si instaura una tumefazzione dolente con cute arrossata, produzione di pus a cui può associarsi rialzo febbrile. In questo caso ci troviamo di fronte alla forma acuta di Ascesso Sacroccogigeo che dovrà essere trattato con incisione chirurgica locale in urgenza.
Quando la patologia si cronicizza, si noteranno, nella piega interglutea, dei piccoli forellini dai quali fuoriscono peli e liquido siero purulento. Siamo in presenza di una Fistola Sacro-Coccigea, che dovrà essere sottoposta ad Intervento Chirurgico in elezione.
Numerose sono le tecniche chirurgiche utilizzate per il trattamento di questa patologia, che potremmo sintetizzare in metodica aperta e chiusa. Tutte portano ad un discomfort del paziente più o meno duraturo, con lunga convalescenza post-operatoria, frequentemente complicata da deiscenze o sovrainfezioni. In letteratura la malattia pilonidale, trattata con le tecniche convenzionali è gravata da un alto tasso di recidiva che si attesta tra il 15-25%, come risulta nella casistica internazionale.
• Tecnica Aperta: Questa tecnica consiste in una incisione della cute (detta a losanga) attorno ai piccoli forellini presenti sulla linea interglutea, incisione che si estende in profondità sino alla fascia che ricopre l’osso sacro. La cavità che residua dopo l’incisione, sarà lasciata aperta e la guarigione avverrà in media dopo 2-3 mesi. Dovranno essere effettuate per tutto il periodo medicazioni settimanali. Questa tecnica, esaminando la casistica internazionale è gravata da una recidiva del 15-25%
• Tecnica Chiusa: La parte chirurgica di incisione ricalca la tecnica aperta, ma al contrario della prima, la cavità residua viene chiusa con punti di sutura. La guarigione avviene di solito in 7-10 giorni. Questa tecnica espone di solito ad una recidiva più alta rispetto alla precedente, che si attesta al 20-30%
Ultimamente si stà affermando una nuova Tecnica per il trattamento di questa patologia, portata avanti da un chirugo israeliano, il Dott. Gips, che ha ripreso l’intuizione di altri chirurghi, fra cui Lord e Millar nel 1965 e Bascom nel 1980.